Nel lontano 2014 l’unione di due cervelli malati (il mio e quello di Nick) portò alla realizzazione di BLACKLIE (Vol.1&2). Riprendo tra le mani i due volumi e provo a ricordare quali fossero in quel periodo le nostre motivazioni ed i nostri intenti. Ricordo la stanchezza e la disperazione unitamente all’entusiasmo di portare avanti una nostra linea. Ricordo la passione e la nostra ingenuità quando si sperava di riscoprire un mondo fatto di semplici ma forti verità. Abbiamo imparato tanto, anche a riconoscere le bugie dietro i racconti. Sono passati quasi sei anni ormai e nel frattempo abbiamo macchiato di inchiostro tonnellate di carta, il che è un buon segno. Cosa è cambiato da allora? È cambiato l’approccio alla fotografia, la diffidenza è forse aumentata ma rimane il comune intento. Oggi, anche se sono cambiati i modi e forse anche gli interlocutori, esiste una linea ed è ancora più profonda. Nella mia piccola città si sentono ancora gli echi di BlackLie, a volte si vedono pure tra coloro che tendono ad “ispirarsi” più del dovuto… ma va bene così. Della disperazione ne è testimone la carta, la nostra selezione fotografica, il giallo e il nero.

[2009 – 2019] Se volessi raccontare ciò che è stato dei miei ultimi 10 anni probabilmente mi occorrerebbero diverse giornate. L’associazione Limes-Images, le collaborazioni e gli innumerevoli eventi che ho avuto il piacere di organizzare a partire dal 2009 restano nel profondo del mio cuore. Accade però che lungo il cammino cambino le condizioni iniziali di partenza e che giustamente si evolvano le idee. Accade che il nostro cervello necessiti di tanto in tanto di un po’ di ossigeno; si percepisce la necessità di una profonda riflessione. Seria. La mutazione è già avvenuta ed io vi sto scrivendo di un qualcosa che non esiste più ma che ha lasciato un segno indelebile, c’è stata un’evoluzione ed ora si lavora in territori piacevolmente inesplorati. Un cambiamento che accetto e percepisco come “crescita”; e se da un punto di vista fotografico posso ritenermi soddisfatto devo ammettere che per quanto riguarda la mia persona ho ancora bisogno di un po’ di tempo per recuperare le energie; è stato un continuo altalenarsi tra realtà differenti, un susseguirsi di personaggi molto particolari, enigmatici, talvolta pericolosi, che in qualche modo hanno avuto a che fare con la mia vita… che mi hanno insegnato tanto, donandomi la loro fiducia e mettendo in crisi le mie certezze. Certi incontri si fanno sul confine, sulla linea che muta forma e che delimita la propria comfort-zone; è un attimo perdersi per sempre. E’ complicato esser più chiari di così, specialmente qui sul web, ed è impossibile per me giudicare la vita altrui, soprattutto quando il coinvolgimento è sincero e così profondo. Prima di tentare una nuova immersione resto in ascolto e mi preparo, confidando in una coscienza rinnovata. (diary y.2019)